Se state pensando di cambiare la cucina della vostra casa, forse è arrivato il momento di fare un pensiero per il piano a induzione. Secondo Wikipedia, “il fornello a induzione è un tipo di fornello che sfrutta il principio dell’induzione elettromagnetica per scaldare le pentole utilizzate per la cottura dei cibi“: una definizione semplice e pratica che nasconde svariati vantaggi e punti positivi. Per rispondere ai vostri dubbi e perplessità, ne abbiamo parlato con due chef e un esperto di elettrodomestici. A voi la decisione finale, non dite poi che non ve l’avevamo detto…
Come funziona il piano a induzione
Per capire meglio il funzionamento del fornello a induzione, abbiamo interpellato un esperto professionista come Marcello Gentili, sales training manager Neff.
Che cos’è l’induzione?
Il termine corretto è induzione elettromagnetica: il calore che si sviluppa nella pentola è generato da due bobine, in tutto simili a quelle inventate da Nicola Tesla alla fine dell’Ottocento, che creano un campo elettromagnetico.
Cosa c’entra il calore con il campo elettromagnetico?
Il campo elettromagnetico attraversa il piano di vetro ceramica ed eccita le molecole di ferro delle pentole che si scaldano. La pentola di ferro è come se chiudesse il circuito che continua a funzionare finché la pentola è a contatto. Se si sposta la pentola, il circuito si interrompe e il calore non si sviluppa più.
Quindi servono pentole speciali?
Basta che contengano una buona percentuale di ferro nel fondo; oggi praticamente quasi tutte le pentole che abbiamo a casa dovrebbero avere questa caratteristica.
Come facciamo a sapere se una pentola può andare bene?
Prendete un magnete, appoggiatelo sul fondo della pentola che volete testare, muovetela con un po’ di energia: se ilmagnete non si stacca, quella pentola andrà benissimo per l’induzione.
Quanto consuma? Bisogna cambiare il contatore?
Il regolamento europeo prevede che nel catalogo del produttore venga indicato il consumo massimo. Questo spesso spaventa e soprattutto rende più difficile immaginare il consumo nel quotidiano. Proviamo a fare una stima immaginando invece di dover cucinare un pasto standard per una famiglia di quattro persone: pasta al sugo e bistecca con verdure. Ipotizziamo di usare contemporaneamente quattro casseruole, il cui consumo viene così ripartito: sugo, 152 W + verdure, 328 W + pasta, 752 W + bistecca, 1152 W = 2,384 kW. La somma corrisponde a quanto assorbe il forno, il ferro da stiro o la lavatrice. Quindi no, non serve cambiare il contatore, che per legge regge un carico di 3,4 kW.
Come si pulisce?
Si passa un panno umido su tutta la superficie che, essendo unica, fredda e liscia, si pulisce in un attimo.
E se si graffia?
Graffi e rigature sulla superficie non compromettono il funzionamento, piuttosto l’estetica. Solo uno sbalzo di temperatura di 880 °C potrebbe rompere il piano di vetro ceramica.
Perché comprare un piano a induzione elettromagnetica?
Perché la cottura è sempre uniforme, sia con calore al minimo, sia al massimo, poiché si diffonde sempre in modo omogeneo su tutta la superficie della casseruola. Il rendimento è al 90%: se consumo 1 € di energia, 90 centesimi «vanno» in casseruola. Il rendimento del gas invece è sempre del 50%.
Pro e contro del cucinare sul piano a induzione
Andiamo sul pratico: abbiamo chiesto il parere professionale a Cristoforo Trapani, chef del ristorante La Magnolia, una stella Michelin, presso l’hotel Byron di Forte dei Marmi.
Per cosa funziona bene il piano a induzione?
Per ottenere una cottura del tutto uniforme. Per il risotto, per esempio.
Per cosa invece è meglio il tradizionale fornello a gas?
Per mantecare la pasta, perché posso togliere la padella dal fornello, ma avere fiamma e calore continui.
Da quanto tempo usa il piano a induzione?
La prima volta l’ho usato nel 2010 nella cucina di Heinz Beck.
Consigli per un uso domestico?
È facile da pulire, inoltre produce meno calore nell’ambiente perché non c’è dispersione di fiamma ed è più sicuro perché la parte che circonda l’area di cottura resta fredda. Inoltre non c’è il rischio di dimenticarlo acceso: quando si toglie la pentola, si spegne automaticamente.
L’induzione secondo Norbert Niederkopfler
Altro parere importante l’abbiamo chiesto allo chef del ristorante St. Hubertus, tre stelle Michelin, presso l’hotel Rosa Alpina a San Cassiano in Alta Badia.
Per cosa funziona bene il piano a induzione?
Mi dà grande soddisfazione soprattutto per il controllo della velocità di cottura: si presta sia per fare un piatto di pasta sia per preparare ricette a cottura lenta e a bassa temperatura.
Per cosa invece è meglio il tradizionale fornello a gas?
Sicuramente per la mantecatura di paste e risi. Alzando e abbassando la pentola si riesce a regolare la temperatura e a dare a un piatto di pasta la mantecatura perfetta.
Lei quale preferisce usare?
Il piano a induzione, per vari motivi. Permette di regolare le temperature con precisione, ed è un elettrodomestico intelligente: se togli la pentola, il piano si spegne; se la sposti in un’altra area, conserva le impostazioni; se la dimentichi, il pasto non brucia, perché non supera mai una certa temperatura. Infine mantiene le pietanze calde senza continuare la cottura.
Da quanto tempo usa il piano a induzione?
Da almeno sei anni, e devo dire che non potrei più farne a meno. Basta usarlo una volta per scoprirne i vantaggi, tra i quali il risparmio energetico, poiché sfrutta il 95% dell’energia che consuma.
Consigli per un uso domestico?
Si può preparare un intero menù contemporaneamente. E, cosa non da poco, è facile da pulire e con il blocco dei tasti è anche sicuro.
Ci sono differenze sostanziali in fatto di tempo o di consumi?
Potendo azionare i comandi tramite smartphone, si riescono a controllare i consumi. Se per esempio prevedete una lunga cottura, potete avviarla mentre siete al lavoro o in auto. Quanto ai tempi, si risparmia: per esempio, con il Twin Booster a doppia potenza, l’acqua bolle in due minuti.
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Testo di Valeria Nava
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