Ticker

6/recent/ticker-posts

Ad Code

Responsive Advertisement

Firenze nuova capitale della mixologia italiana?

Atrium Bar
Veronica Costantino di Largo9
Caffè Concerto Paszkowski
Companion Bar 25Hours
Locale
Elisir di Caterina, Locale
Floreal
Gilli 1773
Gilli 1773
Picteau Cocktail Bar
Picteau Cocktail Bar
Santa Cocktail Club
Santa Cocktail Club

La Florence Cocktail Week appena giunta al termine con 16 cocktail bar, 13 high volume bar e 16 bar d’hotel coinvolti, non si dimostra soltanto l’evento più importante in Italia per il mondo della miscelazione, tanto da far annoverare oggi Firenze come una delle capitali del bere miscelato italiano e internazionale, ma è la maniera più ludica e conviviale per mostrare al mondo quanto di buono (e nascosto) si cela tra le vie cittadine. Le stesse che già nel Settecento ospitarono il movimento cultural-letterario legato ai caffè storici; indimenticabile il fermento nelle zone di piazza del Duomo e piazza della Signoria (con il caffè di Enrico Rivoire risalente al 1872 ancora lì), nelle salette del Caffè Michelangiolo tutt’oggi in via Cavour; e poi il movimento dei Macchiaioli con le sue avanguardie culturali durante gli anni Cinquanta dell’Ottocento, La Rosina, il Bottegone, il Caffè Elvetico o, ancora, gli immortali Paszkowski, Le Giubbe Rosse e il Gilli 1733 in piazza della Repubblica.

I nuovi… bar

Che Firenze sia una città turistica con innumerevoli offerte si sa, ma quantità non vuol dire qualità e, soprattutto, oltre agli storici nomi che hanno reso vibrante la miscelazione fiorentina, fanno faville i più recenti locali assolutamente degni di nota per tutti coloro che non si accontentano più di soli ristoranti. Esempio è il nuovo Floreal di Antonio Romano, in zona San Frediano, dove la giovane squadra diverte con tecnica e colore. Aperto in piena pandemia e rivolto più che altro ai fiorentini, ha cambiato intenti per successo riscosso a suon di tequila e mezcal, distillati preferiti dai ragazzi dietro al banco; un locale vibrante che si distingue nettamente dagli altri presenti sulla stessa via, anche per proporre dei validi piatti in accompagnamento ai drink (vedi la tartare di Rubia Gallega o l’offerta del brunch) come il Mezcal Drum cocktail da provare.
Stesso nervo fervido, ma di tutt’altra impostazione, è il neonato Largo9 in largo Annigoni. Qui l’offerta si desta nel connubio tra il pluripremiato pizzaiolo Gabriele Dani e la barlady Veronica Costantino (Best Female Bartender nella scorsa Florence Cocktail Week). La forza sta dunque nel binomio cocktail e piatti. In questo caso arte bianca e mixology. Un locale poliedrico in cui l’offerta è ampia, non solo pizze, ma dove il focus che stupisce è evidentemente centrato sui lievitati. Su tutte da provare le pizze gourmet, ideate e messe a punto dal maestro lievitista toscano, sia per selezione di farine, impasti e tecniche di cottura, sia per i topping creativi che rendono le pizze uniche nel genere. La “gambero” composta da guacamole, stracciatella, gambero biondo marinato agli agrumi, pepe rosa e peperoncino è perfetta con due preparazioni della talentosa bartender: il Frida, con profumi di tequila e gli umori dell’infuso alla cipolla rossa di Tropea; o lo Spiced Mary, in cui il tequila incontra la riduzione di pomodoro, ‘nduja, sale acciugato, finocchietto selvatico.
In una delle più splendide cornici di Firenze, piazza Santa Maria Novella protagonista di una virtuosa opera di rivalorizzazione, vive il Santa Cocktail Club: cura del dettaglio, comodo e ampio spazio esterno, piccolo e curato banco all’interno, nelle mani di un giovane trio energico e appassionato. Sarete incuriositi dalla scelta degli ingredienti, da quella dei bicchieri, dalla tipologia di abbinamenti in aperitivo e dalla gentilezza dello staff. Da provare Yer-Bee di Marco Scardino, il drink che unisce miele, mezcal, yerbito e vermouth, servito con un rocher dai piacevoli sentori della yerba e le dolci note vellutate al palato.
A pochi passi, restando in questa appagante cornice, il boutique hotel The Place accoglie e rigenera i viandanti. Un posticino dove viene celebrata la bellezza e che dialoga con il rinascimento incarnato dall’architettura in cui è stato costruito; se non avrete la fortuna di alloggiare in una delle 20 accoglienti camere, concedetevi un’esperienza nell’intimo American bar e nel suo 3 seats counter, uno spazio contenuto in cui godere dell’intimità che solo i veri intenditori possono apprezzare. In alternativa c’è la spaziosa sala ristorante da sedici posti allineati lungo la galleria degli specchi o lo scenografico dehors The Terrace in cui ammirare Firenze durante l’attesa del drink.
Rimanendo tra i cocktail bar d’hotel, super novità in città, ecco il centralissimo 25Hours della catena di Design Hotels creata e guidata da Christoph Hoffman. Eclettico, stupefacente, colorato ed enfatico hotel che si presenta seguendo la storia della Divina Commedia di Dante Alighieri, reinterpretata in un modo unico e divertente nell’interior design. Si può scegliere se passare una notte in paradiso o osare soggiornando nelle stanze rosse dell’inferno. Ma venendo alla miscelazione, oltre al ristorante, al cinema salotto, alla bottega alimentare, alla stanza di Bacco o al meraviglioso giardino aromatico esterno, è presente il Companion Cocktail Bar ispirato allo stile viennese di fine Ottocento, impreziosito dal pavimento in basalto rifuso e abbinato a piani e dettagli in ottone satinato. Accomodatevi al banco dalle luci soffuse e ordinate una delle interpretazioni dei più famosi classici e signature cocktails firmati dall’iconico barman Jorg Meyer, cui è stato affidato il concept in “forma liquida”.
Rimanendo nell’ospitalità d’hôtellerie, ma andando indietro di qualche anno annoverando l’importante storicità conservata, si entra nel Four Seasons hotel dove compare il monumentale Atrium Bar, colonna del savoir-faire e nome di rilievo nella miscelazione classica fiorentina. Ma neanche troppo classica perché Edoardo Sandri, coadiuvato al timone da una preparatissima squadra, ammalia gli ospiti con i pezzi fondanti del bar e con tante varianti come nel caso del Discovery, il suo ultimo twist sul Martini Cocktail. Tutt’attorno a far da cornice al vostro drink, il Giardino Della Gherardesca: la più grande oasi verde di Firenze.
Cambiando zona e spostandosi verso Ponte Vecchio, un luogo che rende Firenze ancor più bella è l’hotel Lungarno, dimora storica della famiglia Ferragamo, sempre affascinante e di grande ospitalità. Qui vive l’ormai famoso Picteau Cocktail Bar nelle mani dei valenti bartender Marco Colonnelli e Vincenzo Civita. Bere in questo luogo vuol dire poter usufruire di pochi tavoli (con prenotazione obbligatoria) a due passi dall’acqua e guardando il ponte simbolo della città; in alternativa, all’interno si diventa parte protagonista di una collezione di opere d’arte del Novecento. Avete mai bevuto un Negroni cocktail guardando un Picasso?
Altra pietra miliare è l’hotel Savoy in piazza della Repubblica, al cui interno l’Irene Bar accoglie i numerosi turisti che passano di lì. Tra coppe anni 50 e cocktail che giocano lungo classicismi e originalità, l’ordine da fare riguarda il My Orleans miscela di Lillet Blanc, Courvoisier, lime fresco, sciroppo di miele e albume. Per qualunque richiesta l’affabile Denis Giuliani è vostra disposizione.
Non avrà camere in cui soggiornare, ma ha un laboratorio sotterraneo in cui fare ricerca e creare cultura miscelata: è il Locale di Matteo di Ienno, per molti il posto da tappa obbligatoria se si vuole vivere una serata con la “S” maiuscola all’interno del Palazzo delle Seggiole, una delle residenze rinascimentali più importanti della città. Sperimentazione e alchimia nei drink serviti, un posto speciale per offerta, accoglienza e ricerca perpetuata, l’avanguardia in città. Imperdibile l’Elisir di Caterina (vermouth rosso, cynar e soda di carciofo crudo) inspirato all’affresco presente nel locale, il carciofo era il vegetale prediletto di Caterina De’ Medici e simbolo di prosperità.
E se siamo partiti parlando di storicità, due dei caffè custodi della cultura secolare, oggi anche luoghi consigliati in cui bere un eccellente cocktail, sono il Gilli 1773 e il Caffè Concerto Paszkowski. Uno accanto all’altro in piazza della Repubblica, il primo è un chiaro esempio rimasto di caffetteria belle époque (secondo più antico solo dopo il Florian di Venezia) dove, tra drink preparati da Luca Picchi, pareti museo, vedute e i buoni piatti realizzati da Fabio Barbaglini, si rivivono i tempi andati che furono di artisti e letterati.
Nell’adiacente Paszkowski, risalente al 1903, lo “sceriffo” Davide Nasti fa da bere dietro il banco di quello che è stato dichiarato Monumento nazionale nell’albo dei Locali storici d’Italia nel 1991.
L’ultima tappa è affidata alle mani, e ai Martini Cocktail, di un outsider della Florence Cocktail Week, l’Antico Caffè del Moro – Art Bar è il luogo che non attrae per bellezza, ma per autenticità: è un bar di sostanza e vera linfa fiorentina, un luogo all’apparenza dedito a birre e cocktail anni 90, ma che con i suoi Martini è in grado di fermare il tempo attraverso rituali ben precisi che ne fanno un luogo felice per ogni martiniano che si rispetti.

Ora appuntamento alla Venice Cocktail Week, per scoprire i migliori cocktail di Venezia dal 13 al 19 dicembre!

Enregistrer un commentaire

0 Commentaires