Sara Olocco è tornata. E si sente, eccome si sente! A Sommariva del Bosco, infatti, in mezzo alle Langhe, c’è una nuova energia data da Braja Farm, l’antica cascina dei nonni che la giovanissima Sara (neanche trent’anni) ha ristrutturato e trasformato in un luogo speciale. Scopriamo insieme perché!
Braja Farm ieri
Braja Farm è una delle cascine più antiche di Sommariva. In passato, ci racconta Sara, ci abitavano ben sette famiglie di contadini, tra cui i suoi nonni. «Era una delle più povere del paese, per questo il suo nome originario in realtà è Braja Fam, che sta per fame, ovvero quella che faceva chi ci abitava». Per anni suo nonno è stato un produttore di frumento, che rivendeva alla grande distribuzione; poi nel 1968, dopo tanta fatica e duro lavoro, ha acquistato lui tutta la cascina, la Braja. È stato poi suo figlio, padre di Sara, a cambiare un po’ le cose e a inserire anche la parte agricola, iniziando con i pioppi. Ma per quanto Sara sia sempre stata legata alla cascina di famiglia, dove è nata e cresciuta, negli anni ha fatto altre varie esperienze in giro per il mondo: studia Relazioni pubbliche e comunicazione d’impresa a Milano, poi frequenta il Master in Food Culture all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. In seguito si trasferisce a New York, dove lavora come sommelier in un’enoteca di vini naturali italiani a Brooklyn, che preferisce come zona rispetto al periodo passato da Bastianich a Manhattan. Insomma, fa un po’ di tutto, finché con lo scoppiare del covid non decide di tornare a casa, alla sua Braja, salendo su uno degli ultimi voli previsti per il rimpatrio.
Braja Farm oggi
È qui, in questo momento storico, neanche due anni fa, che inizia la storia di Sara con Braja. L’idea era quella di unire tutti i produttori della sua zona, ma non solo, anche di tutti gli altri luoghi che negli anni aveva visto, vissuto, visitato. «Mi sono immaginata una grande casa, dove accogliere persone da tutto il mondo, con degustazione di prodotti del territorio». Così iniziano i lavori di ristrutturazione della cascina, ma soprattutto Sara inizia a mettere le mani nella terra: «è proprio quel contatto, quel gesto di piantare qualcosa, vedere che cresceva e poi mangiarlo che mi ha fatto capire che era quello che volevo fare nella vita».
Il metodo che utilizza è quello franco-canadese del Market Garden, che prevede una coltivazione naturale e biologica, con trattamenti solo manuali e se necessari, senza attrezzi inquinanti. «Io lo chiamo orto sperimentale, perché è un esperimento!»
E già nel giro di pochissimo tempo, nel maggio del 2021, Sara inizia a vendere le sue prime cassette di ortaggi, che si possono acquistare direttamente da lei in loco e ad accogliere le prime persone con aperitivi agricoli, brunch, incontri tra produttori. e pranzi. Come? Esattamente proprio come a casa, come prevede l’Ospitalità rurale familiare in Piemonte. Ci si siede vicino al fuoco, si chiacchiera un po’ mentre Sugo, il cane abbaia perché vuole entrare, mentre lei e sua mamma cucinano. Poi ci si accomoda intorno al tavolo in salotto e si mangia tutti insieme, in una clima rigorosamente conviviale. Cosa? Sicuramente piatti preparati con prodotti stagionali, verdure del suo orto e formaggi di aziende agricole locali, che non potevano che essere sempre accompagnati da una preziosa selezione di vini fatta personalmente da lei.
Non solo cucina locale: nei piatti di Sara, come anticipato, ci sono varie influenze della sua vita. Dai capperi di Sicilia, di cui è mezza originaria, alle spezie della Turchia, frutto di una sua storia d’amore con un ragazzo turco. Insomma, proprio come da un’amica, dove la vita professionale si intreccia meravigliosamente con quella personale.
Braja Farm domani
Ma Sara non si è affatto fermata e ha una un’infinità di progetti per la testa (che sicuramente realizzerà in tempi sorprendenti). Innanzitutto è già in corso la ristrutturazione di un’altra parte della cascina per creare delle camere da letto, dove la gente possa pernottare a Braja Farm, svegliarsi con una colazione tutta a metro zero e poi andare con Sara nell’orto o a fare altre attività, come visite ai produttori della zona.
«Mi piacerebbe molto organizzare dei tour con gli americani, per far loro conoscere tutte le meraviglie di questa zona», continua Sara con gli occhi che brillano. Poi, una sommelier come lei, non poteva che sognare una sala degustazione dove far provare tutte le bottiglie da lei scelte nel tempo.
Infine, ha creato un e-commerce dove ha iniziato a vendere alcuni prodotti da lei selezionati, di cui tre di sua produzione: la passata di pomodoro lungo liscio (una varietà locale), la composta di pere e il miele di tiglio.
«Non sapevo assolutamente come avere a che fare con le api, per questo mi sono fatta aiutare da un apicoltore della zona e alla fine sono riuscita a realizzare il primo miele di Braja Farm!» L’idea, continua Sara, è quella di ampliare la gamma dei prodotti in vendita, soprattutto con quelli di sua produzione. Perché nonostante le mille idee, Sara vuole continuare a sporcarsi le mani nella terra, a recuperare varietà antiche locali come la Pera Madernassa o lo zucchino giallo e a produrre tutto quello che le sarà possibile.
Dunque, non ci resta che unirci a lei in questo urlo di rivoluzione agricola che è Braja e che in dialetto vuol dire proprio “urla”. Land stands tall!
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