In tutte le case italiane a Natale si comprano almeno due cose, che tu abiti a Bolzano o a Palermo: panettone e pandoro. Però di panettone artigianale, di classifiche, di premi, di disciplinari se ne parla fin troppo. Di pandoro, quasi nulla fino al 2017, quando abbiamo cominciato a tracciare il fenomeno: anno dopo anno sempre più pasticcerie e panettieri si sono lanciati nel nuovo dolce di tendenza. Oggi per fare il figo, si fa il pandoro.
Perché non si parlava di pandoro?
Se pensate che il motivo sia legato ai consumi vi sbagliate. Storicamente (dati Coldiretti) ben il 70% delle famiglie acquista un pandoro: è evidente che siamo davanti ad una stortura mediatica.
Il panettone artigianale è diventato in pochi anni da prodotto di nicchia a fenomeno di massa, e la caccia al “miglior panettone d’Italia” una mania da shopping pre-natalizio. Le pasticcerie che storicamente facevano panettone ne hanno venduti il quadruplo, chef e improvvisati si sono messi all’opera per la loro versione artigianale, le varianti ai canditi di zenzero, crema di castagne, salsa di rosa… sono proliferati. 30€ al chilo, o giù di lì… ma il pandoro lo si compra ancora al supermercato.
Questione di gusti? Neppure, piace a tutti. La ragione è tecnica ed economica. Se il panettone è difficile da fare, il pandoro anche di più, se il panettone ha materie prime ricche, il pandoro è tutto burro e vaniglia, e gli ingredienti buoni, costano. Ma se il panettone necessita esperienza, il pandoro anche un investimento economico che in pochi possono permettersi. Per fare il pandoro non bastano i pirottino di carta che si usano per il panettone, bisogna comprare stampi in metallo. E poi si deve aspettare che raffreddino prima di liberarle per un nuovo giro di produzione. Tre giorni di preparazione in tutto, incluse le ore di riposo, per cui serve spazio.
La parola al pasticciere Pierluigi Perbellini, il re del pandoro
“Il pandoro per noi è croce e delizia, in quanto ritengo che in pasticceria sia una delle cose più difficili da fare, sempre che mantenga le proporzioni di ingredienti di un pandoro classico artigianale (infatti sono pochissimi gli artigiani che producono pandoro, tutti si buttano sul panettone… molto più semplice). Basti pensare che la farina nel pandoro è solo il 33% dell’impasto e deve sostenere e legare: zucchero, uova e burro. Gli incastri tra tempi di lievitazione, scelta degli ingredienti, tempi di impasto sono talmente tanti che son difficili da spiegare ed è ancora più difficile rendersene conto dall’esterno” spiega Pierluigi Perbellini della Pasticceria Offelleria Perbellini di Bovolone, Verona. Siamo nella terra del pandoro e loro, come molti vicini, lo producono da sempre insieme al classico Nadalin e all’Offella, ricetta di casa ispirata alla tradizione.
La parola allo chef, Giancarlo Perbellini, che del pandoro ha fatto un’arte
Giancarlo Perbellini lo si conosce per le sue due stelle Michelin e la galassia di locali nella sua Verona. Ma è un erede di una famiglia di pasticceri, dal nonno Ernesto allo zio Enzo a cui ha dedicato i suoi celebri Pandoro e Panettone. Parente di Pierluigi, ha dato vita ad una pasticceria tutta sua, X Dolce Locanda dove sforna panettone, bovolone e il celebra pandoro: nel 2020 ancora migliorato. “Abbiamo realizzato il sogno di dare vita a un pandoro più contemporaneo, sorprendente per la morbidezza dell’impasto e per l’intensa profumazione. Abbiamo fatto molte prove di lievitazione, abbassato del 20% la parte zuccherina per conferirgli maggiore leggerezza, senza snaturare la ricetta originale. E abbiamo giocato con le proporzioni tra albume e tuorlo, ottenendo un impasto di un’elasticità e un’alberatura incredibili”. Da provare.
Ora è pandoro-trend
I veronesi e i veneti che si destreggiano nell’arte del pandoro ci sono sempre stati, ma tranne pochi casi, per anni l’assaggio è stato deludente. Tutti a far cassa con il panettone, i pandori restavano figli di un dio minore o venivano prodotti in esterna da laboratori semi-artigianali e poi incartati. Ma le cose sembrano essere definitivamente cambiate e anche a Milano e Roma, i più bravi si conquistano clienti a suon di pandoro.
Come faccio a scegliere il pandoro migliore?
Basta semplicemente guardare gli ingredienti e di conseguenza evitare i prodotti i cui ingredienti non siano naturali o facilmente comprensibili. Le caratteristiche di un buon pandoro sono la morbidezza a la buona alveolatura. Alla domanda “quanto ci vuole per fare un pandoro?”, Pierluigi Perbellini risponde “55 anni”, certo detta così lascia un po’ sbigottiti ma “è grazie al lievito madre che serve per preparare i lievitati natalizi e l’esperienza di una vita che si riesce ad ottenere un buon prodotto”. E se lo dice lui noi ci fidiamo ciecamente.
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