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Cos’è ‘o muorzo da crianza che a Napoli non si deve mai lasciare nel piatto

Bigoli all’uovo con “brüscitt” di vitello
Malfatti di ricotta e piselli con speck e capesante
Tagliatelle verdi con sugo al lime
Spaghetti alla chitarra con misto di conchiglie
Bucatini e pecorino
Ravioli di pesce con ortaggi
Spaghetti freddi all’astice e lime
Penne con panna, salsiccia e zafferano
Paccheri, ricotta e melanzane
Stracci e peperoni
Maccheroni al ferro
Spaghetti con polpettine
Gnocchetti sardi al ragù di salsiccia e pera
Spaghetti al pomodoro
Spaghetti con pomodoro crudo
Spaghetti con pomodorini sott’olio e burrata
Cavatelli, sgombri e zucchine
Passata di pomodoro con gnocchetti e agnello
Fusilli con pesto di zucchine e ricotta
Gnocchi al dragoncello con crema di zucchina
Paccheri ai gamberi
Gnocchetti gratinati con crema di zucca
Trenette con squacquerone, crudo e rucola
Sedanini zucca e scampi
Lagane e triglie alla mandorla
Tagliatelle al ragù saporito di vitello
Orecchiette con burrata e friarelli all’aceto balsamico
Insalata di pasta, mango e bresaola
Gnocchi ripieni di melanzana e ricotta
Tagliatelle con peperoni e sarde
Linguine con due creme e gamberi marinati
Pasta con le sarde
Pici con ragù di coniglio
Tagliolini di crespelle con le vongole
Cappelletti agli asparagi con fonduta
Pasta fatta in casa al pesto ligure
Pasta fredda al pesto di ricotta
Trofie, straccetti di tacchino e peperone
Cepelinai, gnocchi ripieni
Risotto alla lattuga
Trenette al pesto di zucchine, vongole e pomodorini
Mini canederli in crema aromatica
Ravioli capresi
Chicche, mozzarella e peperoni
Lasagne al pesto e ricotta
Cavatelli con polpettine di pollo
Paccheri con vongole e seppie
Spaghettoni alla Norma
Pennette con polpo e sugo crudo al finocchietto
Rigatoni con salsa di peperoni

Se siete napoletani non farete fatica a immaginare la situazione. Siete a pranzo in famiglia, vi state gustando una bella pasta al forno fumante, ma arrivati quasi alla fine non ce la fate proprio più, siete pieni e lasciate quei 2-3 ziti solitari nel piatto. La nonna va tutte le furie: non vorrete mica lasciare ‘o muorz da crianza? Un’offesa imperdonabile, eppure il significato di questa espressione dialettale si è capovolto nel corso del tempo.
Ma iniziamo dal principio.

Cos’è la creanza?

Il dizionario di lingua italiana lo spiega chiaramente: la creanza – o meglio la buona creanza – è la buona educazione, ed è contrapposta alla mala creanza, cioè la maleducazione. Dallo spagnolo criar (allevare, educare), al napoletano crianza, ovvero l’insieme delle buone maniere per vivere dignitosamente all’interno della società.

Un concetto inizialmente legato alla vita di corte e poi trasformatosi, grazie alla saggezza popolare, per fare una precisazione molto importante: come recita il detto “a lira fa ‘o ricco, a crianza fa ‘o signor“, il denaro rende ricchi, ma la creanza rende signori. Ed è probabilmente nella prima fase, nell’Ottocento, che è nato anche il cosiddetto muorz da crianza, conosciuto anche come boccone della creanza o morso della vergogna.

Cosa significa ‘o muorz da crianza

A casa di amici e parenti era considerata buona norma evitare di mangiare tutto quello che veniva offerto: non finire il piatto avrebbe salvato la reputazione della famiglia, dimostrando di non essere troppo affamati e bisognosi di cibo. Anzi, di poter addirittura permettersi di lasciare gli avanzi.

L’usanza è descritta anche nella leggenda dello scarparo, il venditore di scarpe che, invitato a casa di persone più benestanti, lasciò l’ultima forchettata del pasto per non fare cattiva figura.

Ovviamente, nessuna regola del Galateo prevede qualcosa di simile e col passare del tempo gli usi e i costumi sono mutati. Oggi i ristoranti sono attrezzati con doggy-bag personalizzate, per non parlare delle app contro gli sprechi di cibo.

E se vi trovate a casa della nonna, ricordatevi che è assolutamente vietato lasciare l’ultimo boccone. Anzi, per dimostrare che avete davvero gradito, fate pure la scarpetta.

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