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La fattoria sostenibile a 1250 m di altezza

Ormai lo sappiamo, si può vivere felici, anzi più felici, in un minuscolo borgo di montagna, anche da giovani. Negli ultimi anni c’è stato un ritorno all’economia rurale, per necessità, ma anche perché una vita più sostenibile, anche nei ritmi, è il punto di partenza della nuova idea di benessere.

Philipp Thoma, proprietario dell’azienda Psegghof, a Tschengls (BZ), con la moglie Alexandra e i figli. Foto Patrick Schwienbacher, Frieda Loves Emil

Cinque anni fa, Philipp e Alexandra Thoma hanno comprato un maso sopra a Tschengls, un paese di quattrocento abitanti in Val Venosta. La sfida era trasferirsi con i bambini piccoli e vivere di quello che riuscivano a produrre. «Non era scontato su un piccolo terreno in pendenza a 1250 metri», sottolinea Philipp. Alla fattoria Psegg hanno un orto in permacultura, i maiali per farsi lo speck, le pecore da carne e seicento galline, che sono diventate la principale fonte di reddito, con la vendita delle uova biologiche. Per ampliare il business, Philipp ha creato una cooperativa con altri due allevatori: insieme producono quasi duemila uova al giorno, che lui impacchetta e consegna personalmente ai negozi di alimentari, allo Schwarzschmied e agli altri hotel del gruppo Vitalpina, nei paesi vicini o al massimo fino a Bolzano. «La nostra è una produzione limitata, non ce la faremmo a rifornire zone più grandi. Anche se quest’anno, con gli alberghi chiusi e senza turisti a causa della pandemia, la merce avanza», dice Philipp.

Philipp Thoma. Foto Patrick Schwienbacher, Frieda Loves Emil

Come spesso accade, nei momenti di crisi nascono nuove idee. «Le uova scadono in fretta, e devono essere usate fresche, per non sprecarle», racconta. «Così ho cominciato a produrre un liquore all’uovo, ed è venuto bene. Da queste parti si usa per il bombardino, un cocktail caldo con la panna montata sopra, che bevono gli sciatori al ritorno dalle piste».
Le galline vivono in due grandi pollai, e sono libere di razzolare all’aperto. Spazio e mangime biologico sono il segreto dell’altissima qualità di queste uova dal tuorlo cremoso.

Uovo di fattoria alla Benedict servito al Wellness Hotel Schwarzschmied di Lana. Foto Patrick Schwienbacher, Frieda Loves Emil.

Quando smettono di produrre, gli animali non sono eliminati, come negli allevamenti intensivi. «Li macelliamo, li mettiamo sotto vuoto, li surgeliamo e li vendiamo per fare il famoso buon brodo di gallina vecchia», conclude Philipp, al quale chiediamo se si è mai pentito della scelta eremitica di cinque anni fa. «No, e non ci sentiamo mai soli. I nostri amici vengo a trovarci sempre volentieri, e ospitiamo tour didattici con i bambini in fattoria. Tutti amano stare in mezzo alla natura»

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