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Le Marche da sogno: ville, borghi, vino e cucina di charme tra Fermo e il mare

Villa Lattanzi a Torre di Palme (FM)
Lo chef Vincenzo Russo
Linguina al Brodetto a Villa Lattanzi
Dedica a Porto San Giorgio, dello chef Vincenzo Russo
"Gambero gambero gambero" dello chef Vincenzo Russo
Triglia e carciofo di Montelupone dello chef Vincenzo Russo
Le Marche da sogno: ville, borghi, vino e cucina di charme tra Fermo e il mare
L'ingresso del cinquecentesco Palazzo Alaleona a Montegiorgio (FM)
La terrazza panoramica di Palazzo Alaleona a Montegiorgio (FM)
Terrazzino della private Spa a Villa Lattanzi

Siamo nel cuore delle Marche dove la cucina e il vino sono il biglietto da visita di un territorio vocato da sempre al buon vivere e dove esiste una produzione manifatturiera di lusso apprezzata nel mondo. Qui l’imprenditore Lanfranco Beleggia, originario del piccolo centro di Montegiorgio (FM), innamorato della propria terra, non si è accontentato di creare un’azienda dal nulla che oggi occupa 300 dipendenti, ma negli anni ha investito sul turismo di prestigio arrivando a comporre un poker di strutture di alto livello, tra cui la splendida residenza a cinque stelle Villa Lattanzi, nelle vicinanze del borgo Torre di Palme, con le sue chiese millenarie, i viottoli con i ristorantini panoramici e l’artigianato locale.

Il turismo tutto l’anno: una guida alle Marche per vivere un sogno

La celebre tradizione calzaturiera, unita a quella della lavorazione del cuoio e degli accessori per la moda che viene portata avanti nei distretti del fermano, fino a Civitanova Marche, Montegranaro e Sant’Elpidio a Mare, fa sì che ogni anno vi soggiornino clienti provenienti da tutto il mondo, per lo più in veste di uomini e donne d’affari. Beleggia, infatti, è il fondatore dell’azienda di gioielli Bros Manifatture che detiene i marchi Brosway, Rosato, S’Agapò, Pianegonda e Dhiva. In virtù del fascino emanato dalla natura e dai borghi circostanti, l’intero territorio si sta imponendo come un polo d’attrazione turistico, tanto che Lanfranco Beleggia, che già diversi anni fa aveva fondato il SanPaolo Hotel, focalizzato sulla clientela business, è voluto addirittura diventare editore per la propria terra d’origine realizzando la guida Vivere un sogno, le Marche promossa anche dalla Regione Marche. Un compendio di itinerari, curiosità, prodotti tipici, beni artistici e luoghi da non perdere, facendo perno sull’area fermana per visitare in giornata le bellezze della regione. Ma la passione di Beleggia per le Marche lo ha anche condotto ad acquisire una dimora storica che versava in stato di abbandono da decenni nella piazza centrale di Montegiorgio. Si chiama Palazzo Alaleona. Strappato al terremoto del 2016 e restaurato con cura maniacale in tempi record, lo splendido palazzo del XVI secolo sarà la quarta struttura ricettiva della famiglia e diventerà nella primavera del 2022 un relais di charme; un luogo capace di raccontare un territorio dove i piccoli borghi rimandano ai versi celebri leopardiani e alla placida vita scandita dalle stagioni e dalle campane del paese.

I gioielli di famiglia: la collina del vino

L’Officina del Sole è la grande tenuta che occupa un’intera collina, dalla cui sommità (dotata di eliporto) si gode di un panorama a 360 gradi che va dai monti Sibillini fino al mare. Partendo da un podere abbandonato e tre case coloniche, oggi ci sono 26 camere di charme, si degustano i vini (passerina e pecorino in primis, ma anche l’antico “vino cotto”) e l’olio extravergine di oliva prodotti dall’azienda su un totale di 42 ettari di terreni panoramici. Lo chef Luciano Minnoni si occupa della ristorazione e propone una cucina marchigiana valorizzata dai prodotti dell’azienda agricola. Da non perdere il giro della collina in e-bike tra i vialetti con le siepi di corbezzolo e antichi alberi di sorbo, o il picnic tra i vigneti, con il cestino gourmet fornito dal ristorante dell’Officina.

A Villa Lattanzi la cucina è un ponte fra Adriatico e Tirreno

Alla guida del ristorante di Villa Lattanzi è stato chiamato Vincenzo Russo, giovane Chef che a soli 26 anni punta a fare le cose in grande. Dopo sette anni a Villa Crespi sul Lago d’Orta, alla corte di Chef Antonino Cannavacciuolo, e poi in forze al Bistrò di Torino, la sua cucina è un ponte tra il Golfo di Napoli e le Marche, tra Mar Tirreno e Mare Adriatico. Insieme a lui, in sala, c’è Giovanna Ragno, maître e sommelier. Materie prime di qualità, e una cucina evocativa del ricordo, inteso come vissuto d’infanzia osservando la nonna in cucina sono le caratteristiche di Chef Russo. “La cucina marchigiana ha una grande tradizione – racconta – simile a quella campana, per il grande rispetto verso le materie prime”. Ed è così che i cavalli di battaglia a Villa Lattanzi sono il cappellaccio “genovese” e ciauscolo, con all’interno il tipico stracotto di cipolla campano, e sopra un condimento realizzato con una salsa al ciauscolo (ricco salame spalmabile marchigiano) il tutto accompagnato con una croccante cotenna di maiale soffiata. La triglia è il pesce che regna nel menù: servita con il carciofo di Montelupone, presidio slow food delle Marche con le finte squame che diventano chips di carciofo fritto. Altro piatto cult è la linguina al brodetto, con la pasta di Gragnano “risottata” nel brodetto di pesce alla marchigiana. Poi la pasta mista di Gragnano, con patate e “moscioli selvatici” di Portonovo, mentre se capitate in autunno da non perdere è il dessert: “Cioccolato, funghi e tartufo”, con i profumi e i sentori dei vicini Monti Sibillini. D’estate si mangia nello splendido giardino, dove il mare riflette la sua luce tra le chiome degli alberi secolari della villa.

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