Quando due anni fa il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha convocato un vertice sui sistemi alimentari, l’ambizione era di iniziare un «decennio di azione» riconoscendo che diverse sfide globali tornano ai sistemi alimentari. Poi è arrivata la pandemia del Covid-19. I sistemi alimentari, che sono le connessioni tra come produciamo il cibo, lo distribuiamo e come lo consumiamo e lo smaltiamo, sono caduti sotto i riflettori.
Dal summit alla COP26
Il summit di New York del mese scorso ha segnato un punto di controllo per il progresso non solo verso l’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile, ma anche verso un’intera trasformazione dei sistemi alimentari. Negli oltre 900 cosiddetti dialoghi indipendenti e nei 600 dialoghi degli stati membri che il summit ha ispirato, è emerso un tema comune: sistemi alimentari sani sono inestricabilmente legati ad ambienti sani. Questo è stato il messaggio delle popolazioni indigene, dei paesi vulnerabili al clima e degli stati insulari come Fiji e Barbados. Più di 160 paesi hanno stabilito i propri impegni per migliorare la sicurezza alimentare e nutrizionale, l’azione per il clima e l’uguaglianza attraverso i sistemi alimentari, ma questo deve ora essere tradotto in politiche e azioni.
«Abbiamo imparato che le persone in tutto il mondo sono pronte per questo e sono disposte a mobilitarsi. A questo scopo, siamo partiti insieme sulla strada giusta con grande slancio. Un futuro migliore per questa generazione, la prossima e quelle a venire è a portata di mano se il mondo coglie l’opportunità e trasforma i sistemi alimentari per il meglio. Il summit è stato solo l’antipasto» riporta l’invito dell’UNFSS, Agnes Kalibata.
La nuova rivoluzione alimentare
Il Food Systems Summit ha dato vita non solo a un nuovo approccio al cibo, ma ha anche portato alla speranza che una rivoluzione alimentare nei prossimi 10 anni possa essere possibile. Aiuterebbe a raggiungere gli obiettivi condivisi del mondo, da diete più nutrienti a aria e acqua più pulite e maggiore uguaglianza.
Il vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari ha mobilitato migliaia di stakeholder a livello globale, e gli Stati membri, i popoli indigeni, i giovani, la società civile e altri gruppi di interesse si sono impegnati. Ora tocca ai paesi fare progressi tangibili rispetto agli impegni presi.
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