«È finita la vigilia. Forse a quest’ora tutta la gente è in gozzoviglia. Io sono digiuno da 48 ore. Vado a cercare un parrozzetto. Lo apro, lo mangio. Assaporo in esso – sotto la specie dell’amarezza – sub specie amaritudinis – il Natale d’Infanzia». Scriveva così Gabriele d’Annunzio nelle pagine del libro Di me a me stesso. Dolce di contrasti, il Parrozzo pescarese: scuro fuori, chiaro all’interno, coriaceo e morbido al tempo stesso. Un po’ come gli abruzzesi. Parafrasando una quartina di Dante Alighieri, il Vate lo ribattezzò usbergo, scudo: “Dice Dante che là da Tagliacozzo, ove senz’arme vinse il vecchio Alardo, Curradino avrìe vinto quel leccardo se abbuto avessi usbergo di Parrozzo”.
Era il 1927 e proprio in quell’anno fu inaugurato il Ritrovo del Parrozzo, in seguito distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra mondiale. Si trovava nella piazza Garibaldi di Pescara, non lontano dalla casa natale di D’Annunzio. Ancora oggi, nella sede di fronte allo Stadio Adriatico, si conservano pezzi del vecchio arredo.
E fu proprio il Vate, ghiotto di dolci e pubblicitario ante litteram, a dare il nome al Parrozzo, creato a Pescara nel 1919 da Luigi d’Amico: l’antico “pan rozzo” dei contadini abruzzesi, profumato di mandorle, dalla forma a cupola, accompagna ancora oggi le feste natalizie e sono molte le famiglie che lo realizzano a casa, seguendo la ricetta tramandata da generazioni.
Per i lettori di La Cucina Italiana, Franca Mucciante, gourmet pescarese con le mani sempre in pasta, racconta il suo Parrozzo (decorato dalla sorella Giovanna).
Parrozzo pescarese, la ricetta
Ingredienti:
400 g di zucchero
250 g di semola
250 g di mandorle tritate
8 uova
1 pizzico di sale
1 bicchierino di rum
1 pizzico di lievito
mezza buccia d’arancia
250 g di cioccolato fondente per la glassa
Procedimento:
Lavorate insieme i tuorli e lo zucchero. A parte, montate a neve le chiare.
Unite il rum, il sale, un pizzico di lievito, la semola, le mandorle tritate e un po’ di buccia d’arancia grattugiata.
Mescolate delicatamente dopo aver aggiunto le chiare.
Imburrate e infarinate uno stampo di alluminio da Parrozzo e versate il composto.
Infornate a 175° per un’ora (deve asciugarsi bene).
Togliete dallo stampo e fate raffreddare.
Sciogliete a bagnomaria il cioccolato fondente con un cucchiaio di olio di semi.
Spennellate il Parrozzo sopra e sotto, fate quindi asciugare la glassa.
Confezionate con carta pellicolata.

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