Riciclo. È questa la parola del presente e, ancor più, del futuro. Sempre che si voglia restituire alle generazioni a venire (perché siamo tutti solo ospiti di passaggio, non dimentichiamolo mai) un pianeta, ovvero la nostra casa Terra, in ottima salute.
Riciclo, dunque, antispreco: un’economia green, sostenibile, circolare. I giovani ce lo chiedono con grandi manifestazioni di piazza su tutto il pianeta guidati da Greta Thunberg; la Ue ha messo la sostenibilità ambientale nel riprogrammare l’economia futura quale condizione per stanziare gli ingenti fondi finanziari del Recovery Fund agli stati membri colpiti dalla pandemia.
E proprio nel periodo del lockdown abbiamo assistito a come la nostra Terra abbia ripreso a “respirare” in coincidenza della riduzione drastica dell’attività umana. E sempre in quel periodo di confinamento in molti hanno imparato o riscoperto come in casa si possono riutilizzare cibi che, in altri momenti, senza troppi scrupoli, gettavano nell’immondizia.
Insomma, occorre cambiare atteggiamento per far sì che l’Overshoot Day (il Giorno del Sovrasfruttamento della Terra, ovvero il giorno in cui abbiamo consumato tutte le risorse disponibili che la Terra ci offre in un anno) coincida almeno con la fine dell’anno in corso. Nel 2019 l’Overshoot Day fu il 29 luglio: da quel momento abbiamo iniziato a consumare in deficit. Nel 2020, con il diffondersi della pandemia da Covid-19 e il conseguente lockdown mondiale, questa scadenza è arrivata tre settimane dopo ed è avvenuta il 22 agosto. Una dimostrazione reale di come siano possibili rapidi cambiamenti nei modelli di consumo delle risorse naturali con effetti immediatamente tangibili. Ma è pazzesco che ad avviarci nella strada della sostenibilità debba essere un disastro e non il nostro ingegno e un’intelligente programmazione dell’utilizzo delle risorse del pianeta.
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