Vietato l’accesso ai bar e ai ristoranti (ma anche a cinema, teatri e stadi) per chi non avrà il super green pass. Si tratta di una delle misure che il Governo sta valutando per limitare i contagi da Covid e, allo stesso tempo, per garantire l’apertura e il funzionamento a pieno regime, durante il periodo di Natale, delle attività economiche.
Ma che cos’è il super green pass? Si tratta di una sorta di green pass “rafforzato”: per ottenerlo non sarà più sufficiente il tampone negativo, ma sarà necessario essere vaccinati oppure guariti dal Covid. I criteri, per chi vuole usufruire dei servizi non strettamente indispensabili, diventano quindi più stringenti.
Di questa misura si è discusso nell’ultima Conferenza delle Regioni: per andare a lavorare e usufruire dei servizi essenziali potrà bastare il tampone; però il Governo starebbe comunque valutando la riduzione della validità: il test antigenico potrebbe valere per 24 ore al posto delle 48 ore attuali; il test molecolare passerebbe dalle attuali 72 ore a 48. Il Super Green pass, invece, sarà indispensabile per ristoranti, cinema, teatri, musei, stadi, piste da sci e tutti i luoghi di ritrovo, socialità e aggregazione. Se i contagi continueranno a salire, la misura potrebbe essere applicata già nelle prossime settimane: a dicembre, come ha anticipato il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta. Forse, però, solo nelle regioni che diventeranno zona gialla o arancione. La discussione è ancora aperta.
Questo modello segue la regola 2G, già in vigore in Austria e in Germania. Le restrizioni, da 3G (geimpft, genesen oder getestet, “vaccinati, guariti o testati”), diventano 2G (geimpft, genesen, “vaccinati o guariti”): il tampone, che sia molecolare o antigenico, in questi Paesi non è più sufficiente per accedere in molti dei luoghi dove, invece, prima era un requisito sufficiente.
Il Governo sta anche valutando l’eventualità di modificare la durata del green pass: per chi non ha la terza dose di vaccino o il richiamo il documento non sarà più valido dopo 9 mesi dall’ultima inoculazione e non dopo un anno, come è previsto adesso.
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