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Capitone fritto napoletano, la ricetta dello chef

Regione che vai Natale che trovi anche se esiste un’usanza popolare che mette d’accordo le cucine di tutta Italia: la Vigilia di Natale è considerata un giorno di magro e pertanto si prediligono piatti a base di pesce e di verdure. Diversi i capisaldi dei piatti tradizionali preparati in occasione della cena della Vigilia di Natale a base di pesce, ma se volete replicare uno dei piatti della tradizione partenopea, ricordate che il re indiscusso della tavola del 24 Dicembre è il capitone fritto.

Il capitone, ( dal latino “caput” testa) è la femmine dell’anguilla e si differenzia dal maschio per la sua grandezza maggiore. Nella notte dell’antivigilia che intercorre tra il 23 e il 24 Dicembre, i mercati napoletani di Pignasecca e il mercato di Porta Nuova rimangono aperti sino a mezzanotte, diventando tappa imprescindibile di tutti i napoletani per acquistare il pesce e festeggiare la Vigilia di Natale.

La tradizione napoletana vuole che il capitone venga acquistato vivo il giorno prima della Vigilia di Natale e secondo l’usanza la scelta deve ricadere sul più grande della pescheria e ben guizzante, perché prima di essere cucinato è destinato al taglio della testa, un vero e proprio rito sacrificale. Una tradizione talmente popolare che il capitone è presente nella Smorfia napoletana con il numero 32, da giocare tentando la fortuna in occasione delle feste. Che il capitone sia una ricetta tra il sacro ed il folcloristico trova risposta nella sua forma.

Molto simile al serpente, rappresentazione nelle Sacre Scritture del demonio tentatore che avrebbe indotto al peccato Adamo ed Eva, il capitone mangiato alla Vigilia della nascita di Gesù Cristo, annullerebbe il male, un vero atto simbolico portato avanti ormai da secoli. Anche Virgilio e Seneca parlavano di riti propiziatori con i serpenti, che venivano fatti a pezzi per avere la benevolenza degli dei. Il compito del taglio della testa del capitone è della donna di casa, come a riscattare il peccato commesso da Eva.

Presente anche nella cinematografia napoletana nelle spassose scene di caccia al capitone come nell’indimenticabile Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo e in Così parlò Bellavista di Luciano De Crescenzo, l’anguilla fugge strisciano e l’intera famiglia la insegue, perché se il pesce appartiene al dogma culinario del 24 dicembre, gli anguillidi sono protagonisti indiscussi del sacrificio gastronomico.

Capitone fritto alla napoletana, la ricetta dello chef stellato

Adesso che del capitone conosciamo tutta la storia, non rimane che mettersi ai fornelli e preparasi alla cena della Vigilia di Natale. Per un capitone a regola d’arte ecco la ricetta dello chef campano Salvatore Bianco, 1 Stella Michelin de Il Comandante, il ristorante gastronomico del Romeo Hotel di Napoli.

Capitone fritto alla napoletana

Ingredienti:
1 Kg di capitone
farina di semola rimacinata q.b.
foglie di Alloro
olio per friggere
sale

Preparazione:
Prendete i capitoni, eliminate testa e coda ed eviscerateli.
Lavateli sotto acqua corrente e tagliateli a pezzi di 5-6 cm di lunghezza.
Versate un po’ di farina in un’insalatiera e passateci dentro i pezzi di capitone, scrollare bene e mettere da parte.
Prendete una padella e aggiungete abbondante olio, portatelo a temperatura, adagiare i pezzi di capitone e friggere fino a renderli ben dorati e umidi all’interno.
Successivamente scolare e asciugare in un foglio di carta paglia per rimuovere l’unto in eccesso.
Infine servire con foglie di alloro spezzettate e sale il tutto ben caldo.
Se dovesse avanzare, il consiglio è di condirli con aceto di riso e conservare per il giorno dopo.

Chef Salvatore Bianco

E ora tre ricette a base di capitone firmate La Cucina Italiana

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