Non è facile far rientrare la focaccia in un unica categoria. La focaccia è infatti un alimento a sé stante, non è un antipasto né un primo, né un secondo, ma allo stesso tempo può essere tutte le tre cose insieme. Può essere mangiata in sostituzione di un pasto o come accompagnamento, fattostà che sta bene con tutto e può essere preparata in molteplici varianti. L’Italia vanta infatti di numerose versioni di focaccia da Nord a Sud, semplici, farcite, condite e anche dolci! Si parte sempre da una base di farina, acqua, lievito e olio, il resto sta a voi e ai vostri gusti! Nella gallery potete trovare tante ricette per sbizzarrirvi!
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La fortuna delle focacce è infatti legata alla loro versatilità e comodità di consumo: possono aprire il pasto, accompagnare l’aperitivo, placare l’appetito a qualsiasi ora e rappresentano uno dei più popolari cibi di strada. C’è chi sostiene che la focaccia sia più antica del pane, prima ancora della scoperta della lievitazione e della invenzione del forno: d’altronde focaccia deriva da focus, il che la individua come archetipo delle cose cotte sul fuoco. Nel nostro Paese ne esiste una miriade di varianti ed è davvero impossibile enumerarle tutte. La più celebre è sicuramente la focaccia ligure, la cui semplice ricetta (pasta lievitata di farina di grano tenero condita con olio di oliva e sale) può essere arricchita da salvia, rosmarino, olive o cipolle. A Voltri (Ge) la focaccia, più croccante, è cosparsa di farina di mais, mentre la vicina Recco è celebre per la variante ripiena di prescinseua.
Ennesima variante ligure è la sardenaira con cipolle e acciughe, simile alla pissaladière provenzale. Spostandoci verso la pianura padana, è un classico la schiacciata con i ciccioli che, secondo la zona di provenienza, prende un nome diverso, come crescenta o gnocco ingrassato; non molto diversa la pinza veneta, nella quale si incorporano dadini di salame o di pancetta, mentre a Reggio Emilia e Mantova sopravvive la rara variante con i ciccioli d’oca della tradizione ebraica. Toscana è la schiacciata con l’uva fresca, detta stiaccia o ciaccia: un tempo tipica del periodo di vendemmia e oggi disponibile tutto l’anno, si caratterizza per il contrasto tra dolce e salato. Chiude questa breve carrellata la pitta calabrese, ciambella di pasta di pane farcita con ciccioli e peperoncino oppure con il morzeddu, uno stufato di carne e frattaglie di maiale cotte nel lardo.
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