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Dalle latterie ai bar latteria. La città che cambia

Latteria Maffucci
Latteria Maffucci, alici fritte
Bar latteria Milanesi
Latteria Primavesi
Latteria Carlon, cotoletta di spada
Latteria Carlon
Latteria Carlon, Milano, foto d'epoca
Latteria Carlon oggi, Milano
Latteria Carrara
Latteria Carrara
Latteria La Cicala
Latteria La Cicala, ruccolo
Latteria Milano, anni 70
La Vecchia Latteria, strudel con scarola
La Vecchia Latteria
La Vecchia Latteria

Le prime latterie nascono come semplici rivendite di latte, formaggi e derivati provenienti dalle abbondanti produzioni casearie bovine lombarde; piccole botteghe che caratterizzavano le strade di Milano e del Nord Italia già dalla fine dell’Ottocento.
Successivamente, con il boom economico postbellico, si è assistito a una trasformazione di queste realtà. Sull’onda della rinascita economica della Penisola e della comparsa dei primi supermercati sullo stile di quelli americani, questi piccoli negozi si sono trasformati in luoghi aperti solo a pranzo, posti dove mangiare un buon piatto fatto in casa a prezzi stracciati. Senza stravolgere la propria identità, le latterie sono diventate un luogo vero, intimo dove passare più tempo oltre a quello dedicato agli acquisti. Sono diventate, a partire dal dopoguerra, bar latteria. C’è ancora chi chiama questi locali semplicemente latterie, ma la verità è che col tempo l’acquisto di prodotti alimentari è diventato un’azione secondaria: dagli anni 60 in poi i clienti hanno cambiano radicalmente stile di vita e hanno iniziato a trascorrere, per lavoro, molto più tempo fuori casa.

I bar latteria

Nei bar latteria milanesi veniva somministrata una cucina davvero semplice e domestica, insieme ad alcolici, panna fresca, gelati, caramelle e i primi prodotti industriali. In inverno erano tipici i coni di panna montata con cannella e bustine di castagnaccio.
L’arredo era economico, ma pieno del fascino di un’epoca che non c’è più e che tuttavia la sensibilità estetica contemporanea cerca sempre di far tornare in auge. Iconici i tavoli di formica o di marmo occupati spesso da commensali estranei fra loro: una caratteristica propria di queste realtà.
Il cibo era quasi sempre stagionale, a tratti ruspante, ma condito da un ingrediente particolare: il calore umano.  Questo perché i bar latteria milanesi sono sempre stati a gestione famigliare e i clienti si affezionavano così tanto ai titolari e al locale che era inevitabile si formassero legami umani intensi. La clientela era per lo più modesta e abituale, ma alla classe operaia si mescolava anche tutto il “nuovo” settore terziario e finanche autorità della finanza, avvocati e talvolta personaggi famosi. Un esperimento sociale di aggregazione durato decenni.

La vita difficile dei bar latteria

Questo esercizio commerciale, tipico del Nord Italia, è sempre stato una realtà a metà tra il bar e la trattoria. I bar latteria sono stati molto presenti sin verso la fine degli anni 70, poi la loro presenza è andata via via diradando, insieme all’interesse del pubblico.
La recente pandemia non ha sicuramente aiutato i pochi bar latteria rimasti: per rispettare il distanziamento sociale al proprio interno hanno dovuto trovare soluzioni contrarie allo spirito di socialità proprio di questi luoghi, dove, appunto, commensali fra loro sconosciuti condividono uno stesso tavolo.
Eppure, Milano ha ancora delle gemme nascoste, orgogliosamente prospere e fedeli alla propria natura di bar latteria: accogliere, nutrire, connettere. Luoghi certamente conosciuti a coloro che vi abitano vicino. Le regole di distanziamento sociale sono ancora un limite alla fruizione ottimale di queste realtà, ma adattandosi un po’ il divertimento è assicurato. E certamente le persone oggi sentono più che mai il bisogno di recuperare una dimensione intima, fatta di condivisione e priva di stress.

Il libro

C’è un libro appena pubblicato, I racconti della latteria – Storie meneghine degli anni ‘80 a cura di Maurizio De Filippis e Rino Morales, dove le latterie milanesi fanno da sfondo e pretesto per raccontare storie generazionali a volte vere, a volte romanzate, del decennio Ottanta nel capoluogo lombardo, a testimoniare il valore di questi luoghi.
Secondo De Filippis, «nelle latterie si chiacchierava per ore di donne, calcio, automobili, si parlava di tutto. Erano luoghi di scambio e teatro di nuove conoscenze. La Milano degli anni 20 di questo nuovo secolo è bella ed europea, ma ha perso i tratti comunitari e di quartiere che la caratterizzavano quando era punteggiata di bar latteria. Dai racconti si capisce com’è cambiata la società e la geografia di Milano». Lo sforzo di questi bar latteria di sopravvivere e mantenere la propria antica vocazione è un modo «encomiabile di fare cultura. Milano, infatti, nell’allinearsi allo stile di vita delle metropoli europee, sta perdendo pezzi del proprio passato. I bar latteria, al contrario, possiedono ancora quella funzione di aggregatori sociali, origine di ogni comunità».

Le attuali latterie ancora presenti sul suolo meneghino non fanno tutte attività di ristorazione. Alcune hanno deciso di limitarsi alla rivendita di alimentari, altre sono state così tanto sotto i riflettori che ogni traccia di semplicità è scivolata via, lasciando ambienti iper curati e menù da ristorante di livello. Altre ancora, a scanso di ogni giudizio se non di merito, hanno deciso di non cambiare mai, oppure di ispirarsi a un passato che piano piano scolora.

Latteria Carlon, Milano, foto d'epoca
Latteria Carlon, Milano, foto d’epoca.

I bar latteria di Milano oggi

Latteria Carlon – via Tommaso Salvini, 2 – 0276003286
Il 2021 è l’anno dell’ottantesimo anniversario di questa latteria, aperta nel 1941 dai nonni dell’attuale proprietaria Antonella, che gestisce il locale insieme al marito Tony. A pochi passi da Palestro è quasi incredibile trovare un luogo tanto intimo, accogliente e a basso prezzo: i primi piatti si aggirano sui 4,50 €. Antonella è già la terza generazione a guidare la latteria, si capisce come questa sia simbolicamente un’estensione della sua casa, ovvero un luogo dove davvero ci si sente parte di una famiglia. Un tempo, la nonna Antonia viveva proprio nel retro della bottega, con la famiglia. Fu un avvocato della zona, cliente assiduo, a convincerla a iniziare a servire cibo, nello specifico quello che lei era solita cucinare nel retrobottega per la famiglia: riso bianco oppure minestrone.
Oggi il menù è sicuramente più ricco, ma sempre domestico, italiano e genuino. Un menù che varia ogni giorno a seconda delle disponibilità di ingredienti, sempre fatto a partire da zero. Piatti forti: i secondi, soprattutto la cotoletta di pesce spada del venerdì che certa clientela attende fanaticamente ogni settimana.

Latteria La Cicala – via Felice Bellotti, 13 – 0229524346
Se bazzicate intorno alla zona tra Porta Venezia e Dateo è altamente probabile che conosciate questa latteria e la sua carismatica proprietaria Anna Cicala. La Cicala, a differenza degli altri indirizzi, ha una storia piuttosto recente. Anna la rileva nel 2006 e la trasforma da semplice posteria quale era a luogo umano e senza fronzoli dove tutti possono entrare e sentirsi a proprio agio, mangiando. Anna, che è di origine pugliese e ha vissuto buona parte della sua vita a Genova, delle latterie milanesi di un tempo aveva solo sentito certi racconti, che l’avevano ispirata a ricreare un ambiente simile nel quale lei fosse la padrona di casa. La cucina è specialmente vegetariana, con tante torte salate di origine ligure, il pane con lievito madre fatto in casa e il caffè della moka. Basta andare al bancone e puntare col dito ciò che si vuole. Ma La Cicala è soprattutto un luogo sociale nella sua concezione, infatti ogni astante deve apparecchiarsi da solo con le stoviglie a disposizione, riciclate da clienti che traslocavano; i pochi tavoli costringono alla socialità e c’è un book corner dove ognuno può prendere libri in prestito. Piatti forti: la Parmigiana di melanzane e il Ruccolo, un piatto tipico pugliese.

La Vecchia Latteria – via dell’Unione, 6 – 02874401
Aperta nel 1885 da due sorelle milanesi, i nonni dell’attuale titolare, Francesca Notari, hanno rilevato l’attività negli anni 50, continuando la rivendita di alimentari e latte e derivati, ma proponendo anche una piccola cucina aperta sia a pranzo sia a cena. Fatto interessante, la cucina proposta era esclusivamente vegetariana come indicato nell’insegna del negozio, per andare incontro alla dieta dei tanti ebrei che vivevano nella zona. I fornitori attuali della latteria sono in parte ancora quelli dei nonni prima e dei genitori poi. Sono stati proprio il papà e la mamma di Francesca a determinare la svolta dell’attività, proponendo un tipo di cucina sconosciuta ai milanesi ed apprezzata anche dai non vegetariani, infatti la mamma viene dalla Basilicata. Oggi al timone della latteria c’è solo Francesca, la sua cucina è ancora di stampo pugliese e lucano e tutto viene fatto a partire da materie prime fresche e secondo disponibilità. Tra i frequentatori della Vecchia Latteria, anche Carlo Cracco ai tempi del suo locale in via Hugo. Piatti forti: il “misto forno” (chiedete e rimarrete stupiti).

Latteria Maffucci – via Privata Angiolo Maffucci, 24 – 02375614
Dal 1988 Nunzia e Silvio propongono una cucina genuina con piatti tradizionali e innovativi in un ambiente molto familiare e intimo, in zona Dergano. Prima di essere rilevata, la latteria era solo una rivendita di alimentari. Da quando i due coniugi l’hanno presa in gestione, l’hanno trasformata in una sorta di trattoria, mantenendo però il nome Latteria nella ragione sociale e nell’insegna, come omaggio al passato di questa attività e di Milano. All’interno, lo spazio è di solo 34 metri quadri, e anche la cucina è piccolina, così Nunzia deve fare spesa ogni giorno e in base a quello definisce i menù di pranzo e cena. Lei è napoletana, Silvio invece sardo, le loro origini definiscono la cucina della latteria, ma non in maniera assoluta. Piatti forti: la fregola con guazzetto di pesce, le alici fritte.

Latteria Carrara – via Alfonso Corti 7 – 0270635347
Aperta nel 1948, è stata rilevata nel 1984 da Marisa e Giuliano: persone alla mano che fanno sentire i clienti, che sono in prevalenza studenti, a proprio agio. La Carrara è infatti situata in Città Studi ed è aperta tutti i giorni fino alle 20.30. I piatti sono semplici e gustosi, cambiano molto spesso e hanno prezzi “come una volta”. Ciò che contraddistingue questa latteria è sicuramente la straripante offerta di panini, da farcire come si vuole (provateli con le polpette). Marisa è come la mamma “di scorta” di numerosi studenti fuori sede, proprio come un tempo le cuoche delle latterie si prendevano cura dei tanti lavoratori che non potevano tornare a casa per pranzo. Piatti forti: la panzanella e il loro roast beef fatto in casa.

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