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Formaggi: i buoni motivi per non mangiarli mai a fine pasto

Mangiare i formaggi a fine pasto è un’abitudine sbagliata che può avere conseguenze negative sulla linea e sulla salute. «I formaggi hanno un’alta concentrazione di nutrienti per questo vanno consumati come secondo piatto e con moderazione, specie quelli grassi (mozzarella di bufala, gorgonzola ecc.) e stagionati che, rispetto a quelli freschi, sono sì più digeribili, ma maggiormente ricchi di sodio», dice Valentina Schirò, biologa nutrizionista specializzata in scienze dell’alimentazione. «Aggiungono inoltre ai menù un apporto energetico che supera mediamente le 400 calorie ogni 100 grammi. Quindi l’ideale è consumarli massimo un paio di volte a settimana in alternativa a carne, pesce, legumi e uova», spiega la nutrizionista, che suggerisce 5 buoni motivi per non mangiarli mai a fine pasto.

Rallentano la digestione e favoriscono i chili in più

«Mangiare i formaggi a conclusione di un pasto aumenta l’apporto di proteine e sodio, che in eccesso rendono più lenti e difficili i processi digestivi e favoriscono la ritenzione e il gonfiore», dice la nutrizionista Valentina Schirò. «Il formaggio è anche uno dei cibi maggiormente ricchi di grassi saturi, lipidi che in eccesso favoriscono l’aumento di peso e l’insorgenza di disturbi, compresi quelli metabolici. Per questo vanno consumati massimo un paio di volte a settimana alternandoli ad altre fonti proteiche di provenienza animale o vegetale, all’interno di una dieta ricca di verdura e frutta, che grazie all’elevato contenuto di antiossidanti e fibre, ne riducono gli effetti dannosi per la salute, compreso il rischio di mangiarne in grandi quantità».

Aumentano il rischio cardiovascolare

«Una dieta ad alto contenuto di grassi saturi contribuisce in modo rilevante all’insorgenza di pressione alta e all’incremento del colesterolo cattivo (LDL)», dice la nutrizionista Valentina Schirò. «Consumare i formaggi per esempio dopo aver mangiato piatti a base di carne, insaccati, salumi e altri cibi che hanno un elevato contenuto di questi lipidi non fa altro che aumentare i rischi per la salute del cuore e delle arterie e favorire pressione alta, infarto, trigliceridi elevati e tanti altri disturbi».

Favoriscono l’agitazione

«Consumare un pezzetto di formaggio a fine cena ostacola il rilassamento prima di andare a letto. Il sale di cui è ricco agevola la liberazione di dopamina, un ormone che tiene svegli. In più, soprattutto se stagionato, aumenta l’introito di tiramina, un aminoacido che ostacola il sonno».

Accelerano l’invecchiamento

I formaggi consumati lontano dai pasti e nelle giuste quantità, che si aggirano intorno ai 50 grammi per quelli stagionati e ai 100 grammi per quelli freschi, inseriti in una dieta sana ed equilibrata sono una buona fonte di calcio, zinco e di altri minerali e oligoelementi che aiutano a contrastare l’invecchiamento. «Consumarli dopo piatti come la carne o il pesce aumentano invece l’introito di proteine animali che, in eccesso, sono in grado di accelerare i processi degenerativi che predispongono a disturbi, malattie e invecchiamento precoce».

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