Se lo puoi sognare, lo puoi fare, amava dire Enzo Ferrari. E la citazione assomiglia tanto a una di quelle di Massimo Bottura. Sono entrambi modenesi e sono due simboli dell’Italian lifestyle nel mondo.
Enzo Ferrari avrebbe voluto diventare tenore d’operetta o giornalista sportivo, divenne invece pilota e fondatore della scuderia automobilistica più famosa al mondo. Massimo Bottura aveva intrapreso gli studi di Legge e lavorato nell’azienda di prodotti petroliferi di famiglia, prima di diventare chef: il migliore del pianeta, per ben due volte. A loro modo entrambi hanno fatto di un sogno realtà.
Nella loro terra di slow food e fast car, queste due eccellenze modenesi si sono incontrate al Ristorante Cavallino, nella sede di Maranello della Ferrari e con la cucina firmata dal team dell’Osteria Francescana, il ristorante tre stelle Michelin di Massimo Bottura a Modena. Un nuovo progetto con cui celebrare la storia e il mito, con rispetto, senza conservarlo in modo polveroso. Proprio come la cucina di tradizione. Perché andarci? Perché è proprio a fianco del Museo Ferrari Maranello che racconta la storia del Cavallino Rampante. Per vivere il mito.
Il Museo Ferrari a Maranello
Il ristorante è solo uno dei punti di forza dell’offerta turistica e di ospitalità dell’universo Ferrari. A Maranello infatti ha sede il Museo Ferrari che racconta la storia della casa automobilistica, dai primi prototipi ai successi in pista. Il Museo è diviso in aree tematiche: quella dedicata alla Formula 1 e ai successi dei piloti Campioni del Mondo e quella dedicata alle vetture da competizione e da strada, e poi quella più interattiva grazie a simulatori semiprofessionali della Formula 1, due autentiche monoposto attrezzate per la guida riservate ai più piccoli e una Formula 1 per cimentarsi in un vero cambio gomme. Al FerrariStore si può fare shopping, fermarsi in caffetteria o alla Sala Cinema con proiezione continua di filmati a tema. Per i più appassionati, l’opportunità di effettuare un esclusivo tour panoramico in navetta all’interno della Pista di Fiorano e lungo il viale Enzo Ferrari in Fabbrica. Una guida del Museo illustra, in italiano e in inglese, le caratteristiche e i contenuti del circuito della Ferrari, dove dal 1972 si sono svolti i test delle vetture da competizione e stradali, e della Cittadella Ferrari, cuore degli Stabilimenti dove vengono prodotte tutte le vetture del Cavallino. Si visita la parte storica accuratamente conservata, a partire dall’androne di ingresso che è lo stesso dal 194, e poi a bordo di una navetta le strutture architettoniche realizzate da celebri architetti come Renzo Piano, Massimiliano Fuksas e Jean Nouvel.
Il Ristorante Cavallino, dal 1950
Il ristorante esisteva già. Era nato all’inizio degli anni 50 dalla volontà di Enzo Ferrari di creare un luogo unico di convivialità e decise di trasformare un’ala della fabbrica in uno spazio sociale. Al confine tra lo stabilimento Ferrari, il reparto corse Gestione Sportiva e il nuovo flagship store di Maranello, la piccola casa colonica fu prima adibita a mensa aziendale e in seguito ufficialmente battezzata Ristorante Cavallino. Il Cavallino infatti è un protagonista e un simbolo integrante della leggenda Ferrari fin dal 1942, anno in cui l’ingegnere rilevò i terreni dell’ex Fondo Cavani annettendo alla transazione anche la piccola casa colonica che venne prima utilizzata come mensa, spogliatoio e sede di formazione per la manodopera, e in seguito, nel 1950, ufficialmente aperta al pubblico come ristorante.
Dove nacque la Formula 1
Qui l’ingegnere Ferrari amava fermarsi a pranzo con i suoi ospiti, amici e collaboratori più stretti, concedendosi sempre un pasto frugale e, solo nei fine settimana, un bicchiere di vino di fronte allo schermo accesso sul Gran Premio di Formula 1. Intorno ai tavoli del passato, si sono accomodati personaggi illustri come il principe Bernardo d’Olanda, la principessa del Belgio Liliana de Rèthy e il pilota 3 volte campione del mondo Jackie Stewart, così come tutti i piloti e i tecnici che hanno fatto parte del Team Ferrari nel corso delle decadi. In questi stessi luoghi Bernie Ecclestone e Jean-Marie Balestre siglarono nel 1981 i fondamenti del Patto della Concordia della Formula 1 e nel 1987 le nuove regole di gara. Da allora il ristorante è sempre animato dal viavai continuo di appassionati, da ogni angolo del pianeta, e dal susseguirsi di cene ed eventi del mondo Ferrari. La sfida odierna è di farne un “cavallino rampante” capace di essere competitivo nel panorama gastronomico quanto le auto Ferrari alla Formula 1.
Senza nostalgia, perché il meglio è ancora da fare
Siamo nel cuore della leggenda, a Maranello, luogo iconico, venerato dagli appassionati, parte dell’identità italiana stessa e del made in Italy nel mondo. È un luogo autentico, dove si respira il l’heritage della Storia, quella con la S maiuscola: conservarlo come un museo, uguale a sé stesso oppure farlo evolvere? Enzo Ferrari e la sua ansia realizzatrice e di perfezionismo non avrebbe avuto dubbi. Nessuna nostalgia per il passato, al Cavallino si celebra il percorso del fondatore e i successi che si sono succeduti nel tempo, si ricordano gli inizi e gli anni d’oro, si guarda al futuro. In cucina il percorso di recupero degli ambienti si completa nella visione di Massimo Bottura della tradizione italiana, vista come ama dire «da 10 km di distanza», ossia con la capacità di osservarla nell’insieme e con il giusto distacco.
Quella che il team della Francescana, capitanato dallo chef (modenese) Riccardo Forapani, porta in tavola così è una «cucina profondamente tradizionale senza però mai essere nostalgica». Se a Casa Maria Luigia Bottura e il suo staff hanno schierato una chef australiana, da Gucci Osteria a Firenze la messicana Karime Lopez, qui come al bistrot La Franceschetta 58 di Modena, si vuole masticare tradizione, e gli chef sono a km zero. Nel luogo iconico che racconta la storia di Ferrari, del territorio e delle sue tradizioni, si deve mantenere l’identità, ma portandola nel presente con sguardo contemporaneo. La sfida più difficile per un ristorante…
La cucina fra tortellini e Caesar salad
«Un ristorante che sarà l’evoluzione di una proposta senza tempo», avevano dichiarato. E infatti non mancano Gnocco fritto e salumi (16€), i Tortellini del Tortellante in crema di parmigiano reggiano (18€), le Tagliatelle al ragù (15€) o la giardiniera. Ma gli ingredienti della tradizione vengono reinventati in nuove combinazioni come nel Carpaccio di lingua salmistrata, lumache, prezzemolo, aglio dolce, dove incontrano il caviale; o si gioca con i classici internazionali, come la Caesar Salad a Maranello che viene servita con erbe aromatiche e maionese di ostriche (16€). Questo il primo menù. Che cosa si mangerà? I piatti migliori, perché «la migliore Ferrari che sia mai stata costruita è la prossima». E così i piatti del Cavallino.
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