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Il Porcino di Borgotaro: cosa sapere!

Cotolette di funghi porcini
Fusilloni alla valdostana
Insalata di porcini con le uova
Scaloppine con funghi misti
Tagliatelle con panna e funghi misti
Petto d'anatra e contorno di porcini
Porcini e melanzane
Fungo porcino e bagnetto verde
Tagliatelle al ragù di faraona e porcini
Rana pescatrice in cocotte con porcini
Risotto allo zafferano di montagna, polvere di porcini e nocciole
Tagliatelle ai funghi porcini
Polenta e ragù di funghi
Sformatini con porcini e patate
Tajarin ai 40 tuorli con porcini e scaglie di tartufo bianco
Sformato di zucca e ricotta con funghi arrostiti
Spaghettoni con porcini e pecorino
Risotto con porcini e nepitella
Tortellini in brodo di castagne, porcini e salicornia
Tagliolini con funghi porcini
Fregola, salsiccia e funghi
Arrosto con porcini
Gallette di patate ai porcini e bietola
Minestra di maltagliati e porcini
Funghi trifolati, la ricetta passo passo
Crostoni con uovo in camicia, cialda al burro e crema di porcini
Tuorli fritti, albumi cremosi e porcini
Cime di rapa, borlotti e porcini
Risotto ai funghi
Costolette di vitello ai porcini
Gnocchi di semolino e porcini in salsa di mandorle
Mini cotolette di gamberi e porcini
Panini fritti ripieni di prosciutto e porcini
Sardine e porcini in pagnotta
Raviolini, porcini e capesante in brodo
Tagliatelle ai funghi porcini
Coda di rospo al forno con i fichi e funghi misti
Gnocchi ai porcini con sugo di vitello
Tortiera di porcini, melanzane e patate con pane aromatico
Insalata di porcini, patate e feta con citronnette al cetriolo

«Quando comparisce questo vegetale carnoso, quasi tutte le famiglie vi attendono per raccoglierne quanto più possono con tutta la cura; e tagliato in fette sottili lo fanno seccare al sole, oppure al calore della fiamma del fuoco nelle cucine». La frase è tratta da un volume del 1893, ma potrebbe essere stata scritta oggi. A cavallo tra le province di Parma e Massa-Carrara cresce infatti uno dei più buoni funghi italiani, il Porcino di Borgotaro. Che ha anche un primato imbattuto dal 1996: è stato il primo ed è ancora l’unico fungo Igp riconosciuto in Europa.

faggetta
Faggetta: habitat naturale del fungo porcino

Nella provincia di Parma – nei boschi di Albareto, Bedonia, Berceto, Borgo Val di Taro, Compiano e Tornolo – si trova da maggio alle prime nevi. L’aspetto, di forma arrotondata e carnosa, col diametro del cappello tra i 20 e poco sopra i 30 centimetri, cambia leggermente con l’avanzare delle stagioni: Il Boletus aestivalis ha un cappello di colore bruno-rosso più o meno scuro; più sul granata, quasi color del vino è il Boletus pinophilus; il Boletus aereus è bronzo-ramato; infine, il Boletus edulis va dal bianco crema al bruno-castano e bruno-nerastro. L’odore è sempre gradevole e il sapore aromatico.

Boletus edulis, in una litografia acquerellata del XIX secolo.

Non sappiamo quale delle quattro varietà fosse la preferita dei duchi Farnese, famiglia di potenti e di Papi a cui li cucinava, nel XVII secolo, il cuoco Carlo Nascia. Tra le ricette che ci ha lasciato, c’è quella delle Uova alla Farnese, ovvero tortellini di pasta con ripieno di cipolle, fegatini di pollo e porcini rigorosamente di Borgotaro. Ma il modo migliore per gustare un prodotto così naturale e buono è mangiarlo subito dopo la raccolta. Oppure, come già suggerivano oltre un secolo fa, conservarlo dopo averlo fatto essiccare senza lavarlo. Va solo ripulita la superficie esterna, tagliato il fungo a fette sottili ed esposto al sole per qualche giorno su tavole di legno, rivoltandolo spesso.
Ci sembrerà ancora più buono se invece di comprarlo saremo noi stessi a raccoglierlo durante una passeggiata nei bellissimi boschi della Val di Taro, rispettando i limiti massimi – in genere 3 kg al giorno – e i giorni indicati dalle autorità. E naturalmente facendo attenzione a non rovinare il delicato ecosistema e in particolare il micelio, cioè l’apparato vegetativo dei funghi. I raccoglitori più esperti sconsigliano di tagliarli alla base o di piantare la punta del coltello o del bastone per estirparli dal terreno con movimenti di leva. Piuttosto vanno usate tutte e due le mani: con una si torce e si fa ruotare delicatamente la base del gambo del fungo esercitando contemporaneamente una trazione verso l’alto, con l’altra si tiene fermo il terreno sottostante in modo da non strappare zolle di terra. fungodiborgotaro.com

Controllo e scelta a mano dei funghi secchi nella ditta Colombo Calzolari, a Borgo Val di Taro (1922).

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