In occasione del summit sui sistemi alimentari avvenuto a settembre si sono discussi i 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile proposti dalle Nazioni Unite. Anche una lettura sommaria dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile rivela che il cibo è centrale per molti, tra questi: Fame Zero (SDG2) e Buona Salute e Benessere (SDG3). Oggi, 700 milioni di persone soffrono di insicurezza alimentare e la cattiva alimentazione è una delle principali cause di morte prematura, mentre la produzione di cibo è la causa principale della perdita di habitat e di biodiversità.
L’ambiente ci chiede migliori scelte alimentari
Ci sono alcune semplici accortezze che possiamo attuare per migliorare la situazione, come diminuire il consumo di carne per pasto, sapere da dove proviene il cibo e come viene prodotto/coltivato e mangiare più prodotti dal mare (stando anche qui attenti a consumare maggiormente i pesci di taglia piccola detti ‘azzurri’).
Dopo il Summit sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite, passando per la Pre-Cop e attendendo l’arrivo della Cop-26 è difficile non pensare che i cambiamenti ambientali non necessitino di progressi sulla produzione e consumo di cibo.
Il cibo risulta infatti centrale in molti degli SDG’s tra cui:
Fame zero (SDG 2)
Buona salute e benessere (SDG 3)
Consumo e produzione responsabili (SDG 12)
Vita sulla terra (SDG 15), che include l’agricoltura sostenibile
Vita sotto l’acqua (SDG 14), dove si concentra l’attenzione sui frutti di mare
Cibo e salute
Che il cibo sia centrale per la nostra salute, lo sapevamo già, eppure continuiamo a fare scelte alimentari sbagliate che hanno un impatto sul nostro benessere e su quello del pianeta. La terra e le risorse idriche vengono perlopiù utilizzate per la produzione di cibo, e sono una delle principali cause di perdita di biodiversità. La produzione di cibo è quindi tra le principali cause del cambiamento climatico.
Oggi tante certezze possono essere ribaltate a causa del cambiamento climatico. Ad esempio, la dieta mediterranea, che viene definita la dieta più sana ed equilibrata del mondo – o almeno la più studiata – è a rischio a causa del cambiamento climatico. La dieta mediterranea, che ottiene quasi tutti i suoi benefici per la salute mangiando olive, olio d’oliva e noci (grazie agli acidi grassi ricchi di proprietà nutritive), si basa su colture che crescono solo in cinque luoghi sulla terra conosciuti come le regioni mediterranee. Tutte queste regioni stanno vivendo una grave siccità o peggio; molte sono in fiamme. Quando gli alberi rimangono senz’acqua, i raccolti calano e gli ingredienti essenziali per la dieta mediterranea diventano meno disponibili e più costosi.
La salute del nostro pianeta
Ciò che possiamo dedurre dall’importanza del cibo in così tanti SDGs è che il cibo è il mezzo che collega la nostra salute alla salute del pianeta. Cucinare e mangiare ci collega anche l’uno all’altro. Il cibo è quindi l’ultimo anello della catena che arriva sulla nostra tavola e allo stesso tempo ci riporta alle nostre radici, alla nostra madre terra. Ecco perché il cibo è l’ oggetto da cui possiamo iniziare ad affrontare alcuni dei problemi più urgenti del mondo partendo da una comprensione comune. Cioè, che tutti noi mangiamo e, quindi, tutti noi condividiamo gli obiettivi comuni di nutrire noi stessi, le nostre famiglie e le nostre comunità.
Ecco tre di queste soluzioni semplici che possono aiutare noi stessi, gli altri e la nostra madre terra:
1. Ridurre leggermente l’assunzione di carne per pasto. Spendete i vostri soldi per una porzione più piccola di qualità superiore, per un taglio meno nobile (come le frattaglie) o una specie autoctona, allevata al pascolo. Non fidatevi della carne rossa lucente (piena di amminoacidi), preferite quella più marroncina, ma più sana! Nella filiera della carne, come in tutte le altre d’altronde, è importante, se possibile, il contatto diretto con il produttore, o altrimenti le informazioni su come viene allevata e prodotta. Fidatevi del vostro macellaio o di produttori con cui vi confrontate direttamente, piuttosto che comprare la carne al supermercato.
2. Oltre a decidere l’ingrediente in sé, presta attenzione alla provenienza di ogni prodotto. Guarda come e dove vengono prodotti. Evita le aree dove la produzione è resa possibile dalla deforestazione, dove le condizioni di lavoro non soddisfano i tuoi standard, o che sono in siccità e si affidano all’irrigazione meccanica intensiva che esaurisce le riserve di acqua di falda.
3. I prodotti presenti nel mare e nelle acque di superficie possono avere un impatto ambientale molto minore, usare meno acqua e offrire una serie di benefici per la salute. Anche qui è importante sapere il metodo di produzione: se allevato o libero. Altrettanto importante è la taglia del pesce (più è grande più mangerà altri pesci e inquinanti del mare come le microplastiche): da preferire quelli di taglia piccola (es. pesce azzurro: sardine). Meglio evitare pesci come tonno e salmone in quanto spesso non rispecchiano più gli standard di sostenibilità (arrivano da molto lontano) e contengono composti chimici tossici e nocivi (come il nercurio nel pesce).
Sembrerà poco ma questi sono i piccoli cambiamenti quotidiani che si sommano quando vengono fatti miliardi di volte ogni giorno, per dare un contributo significativo per un futuro più sostenibile!
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