Con l’economia globale la filiera, ovvero la catena di passaggi che separano il produttore dall’acquirente e consumatore finale, è diventata sempre più lunga, con un carico ambientale sempre più severo. Però sul nostro territorio esistono già da tempo realtà e iniziative che mirano ad accorciare questi gradi di separazione e a rilanciare un modello di consumo più etico, solidale e sostenibile. Fra queste ci sono i cosiddetti GAS (gruppi solidali), ovvero gruppi di cittadini che, eliminando le intermediazioni e le varie fasi di trasporto e distribuzione, si organizzano per comprare direttamente dai produttori, sostenendo quindi la filiera corta.
Breve storia dei gruppi di acquisto solidale (GAS) in Italia
I gruppi di acquisto solidale sono una realtà tipicamente italiana, che ha visto la luce negli anni 90. Il merito della creazione del primo GAS, avvenuta nel 1994, va a una rete di famiglie di Fidenza, in provincia di Parma, che per prima ha intuito che incontrare sul campo i produttori era un’opportunità per entrambe le parti nonché un’occasione per acquistare e distribuire autonomamente cibi sani, di qualità e privi di imballaggi. L’esempio fu seguito successivamente anche da altri “gruppi solidali” in Emilia Romagna, per poi diffondersi a macchia d’olio anche nelle altre regioni d’Italia. Tra le tappe fondamentali della storia dei gruppi di acquisto, che hanno contribuito al loro sviluppo e alla loro diffusione nonché al prezioso scambio di informazioni su prodotti e produttori, ci sono la pubblicazione della Guida al consumo critico nel 1996 e, l’anno seguente, la nascita della rete dei gruppi d’acquisto solidali (Retegas). Un periodo decisivo è stato, infine, il 2007-2008, quando gli aspetti legali e fiscali dei GAS sono stati ufficialmente formalizzati; quella dei gruppi di acquisto solidali è stata infatti dichiarata come non commerciale e i «soggetti associativi senza scopo di lucro costituiti al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e distribuzione dei medesimi con finalità etiche, di solidarietà sociale e sostenibilità ambientale» (Legge Finanziaria 2008, art. 1, comma 268). Il boom dei GAS in Italia si è registrato soprattutto tra il 2018 e il 2020, con circa 800mila nuovi gasisti.
Questo fenomeno non solo non si arresta, ma più evolve e più si consolida e si rafforza, anche a livello strutturale e organizzativo. Negli ultimi anni, e in particolare nel periodo della pandemia, abbiamo assistito a un’ulteriore trasformazione dei gruppi di acquisto, che hanno assunto una forma sempre più digitale e 2.0, grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie e al consolidarsi di strumenti social quali i gruppi di Facebook e Whatsapp. Un’altra interessante novità, sviluppata durante il lockdown, è stata la nascita di GAS condominiali, ovvero gruppi di acquisto nati dalla solidarietà tra vicini di casa e dalla volontà di aiutarsi a vicenda per la spesa settimanale continuando allo stesso tempo a sostenere la filiera corta e i piccoli produttori di fiducia.
Obiettivi e caratteristiche dei gruppi di acquisto
La forma di economia solidale e locale su cui si basano i GAS è nata dall’esigenza di valorizzare il senso di comunità e le relazioni sociali tra le persone e di avere accesso diretto ai prodotti sani, freschi, stagionali e tipici del nostro territorio. I gruppi di acquisto intendono poi promuovere un consumo più equo e critico, ad esempio riducendo i costi dei prodotti bio e a km zero, e un nuovo modo di fare la spesa ecologico e sostenibile. Come abbiamo visto, pur esistendo in Italia già dagli anni 90, è soprattutto negli ultimi tempi che questo modello alternativo si è affermato. I partecipanti dei gruppi di acquisto possono essere sia reti libere di persone sia associazioni o cooperative di persone. Ogni gruppo ha un “referente di prodotto”, ovvero colui che visita periodicamente il produttore e che si occupa di raccogliere gli ordini, gestire i pagamenti e le consegne. Gli ordini possono essere raccolti tramite email, chat condivise o, nelle forme più organizzate e tecnologiche, tramite marketplace, piattaforme web, mobile app ed e-commerce. Per garantire la freschezza dei prodotti acquistati, le consegne vengono accuratamente programmate ed effettuate a domicilio dallo stesso produttore o tramite corriere o, qualora fosse possibile, presso una sede di stoccaggio stabilita. In genere i GAS prediligono i piccoli produttori locali, una scelta che dimostra la volontà di sostenere l’economia locale, e spesso tra i criteri di selezione influiscono anche la disponibilità a visite e incontri e, naturalmente, le caratteristiche dell’azienda e dei prodotti, tra cui eventuali certificazioni.
Sebbene non sia mai stato effettuato un censimento sul territorio, è bene sapere che solamente tra quelli registrati alla rete ufficiale nazionale si contano oltre 1000 GAS in Italia. Sappiamo inoltre che questo modello ha preso piede soprattutto al Nord, e in particolare in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Toscana. Non resta che sperare che l’acquisto solidale diventi una pratica sempre più diffusa e consolidata e che sempre più consumatori comprendano il valore e i vantaggi di questo modo di fare la spesa.
Foto: GAS, cassetta verdura.
Foto: GAS, gruppi acquisto, verdure (Flickr).
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