Il marchio Latte Fieno è un marchio riconosciuto dall’Unione Europea (dal 2016) e si può applicare solo al latte ottenuto da mucche alimentate con l’erba fresca dei pascoli in estate e con il fieno in inverno. Poco altro: quantità limitate di cereali, di erba medica e altre leguminose. Si escludono rigorosamente gli insilati (foraggio fermentato), con cui oggigiorno si alimenta la quasi totalità delle mucche da latte negli allevamenti intensivi. Ovviamente, no OGM. È un latte naturale, che ha un gusto buonissimo, inconfondibile e ricco, che varia a seconda delle stagioni e dei fiori dei pascoli. è il latte com’era e come te lo ricordi se hai mai bevuto del buon latte di montagna.
Bere Latte Fieno fa bene alle montagne
Il suo sapore è solo il segno tangibile della sua migliore qualità nutrizionale ed etica, e delle implicazione economiche che porta con sè.
L’Appennino e le Alpi si spopolano ed è un gran peccato, perché sono luoghi bellissimi e ricchi di risorse. Molte produzioni agricole sono depresse perché non reggono la concorrenza della pianura in termini di resa per ettaro e per ora di lavoro. In filiere in cui i margini di profitto sul raccolto sono infinitesimali, perché il prodotto finale deve costare molto poco, la resa è tutto. Cominciamo a capire solo ora dove ci stanno portando queste logiche. La pianura padana, con le sue magnifiche rese, è diventata una delle aree più inquinate del pianeta e sempre più persone si rassegnano a respirare la sua aria intossicata, perché l’aria pulita dei monti, da sola, non crea reddito. Può creare però cibo sano fondato su agricoltura e allevamenti sostenibili e integrati con un ambiente preservato. Il Latte Fieno è uno di questi e può avere un impatto positivo sulla montagna sia in termini economici sia ambientali.
Una filiera senza denominazione di origine
Il tipo di certificazioni come quello del Latte Fieno non è legato a uno specifico luogo di origine, come, ad esempio, i fagioli di Sorana o il carciofo violetto di Sant’Erasmo, ma a condizioni ambientali che si ritrovano ad esempio lungo tutta la dorsale appenninica e l’arco alpino e a pratiche che si possono attuare ovunque. Quindi se ne possono avvantaggiare molte più comunità e territori, anche in assenza di una DOP o IGP.
Durante la Milano Design Week all’evento Latte Fieno: il design di una filiera, Dfood ha promosso l’idea di latte fieno e ha ragionato su questi temi assieme ad aziende, progettisti e agitatori culturali e colturali che ci stanno lavorando. Il progetto di filiera del Latte Fieno è in questo memento infatti una delle innovazioni più interessanti nel settore caseario. Non tanto perché contenga in sé alcunché di tecnicamente o esteticamente nuovo, ma perché rappresenta una risposta molto efficace ad alcune richieste pressanti che vengono dalle società più evolute: richieste di salubrità del cibo, di rivitalizzazione delle aree montane, di rispetto degli allevatori, degli animali e dell’ambiente.
Dove trovarlo
Da sempre lo si trova in montagna, nelle malghe, vicino alle aree di produzione alpine e appenniniche, ma la vera notizia è che il latte fieno oggi lo si trova anche in città, nei supermercati. Lo distribuisce ad esempio Mila, che lavora il latte di oltre 5000 famiglie di allevatori dell’Alto Adige; Alce Nero e Stezing Vipiteno grazie a due gamme di yogurt di produzione altoatesina. Lo si trova alla Coop, nei negozi Natura Sì e Alce Nero viene distribuita ad esempio nei punti vendita Bennet, Auchan, Carrefour, Coop, Pam e Tosano.
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